Il culto di MITRA… a proposito della Basilica di S. Clemente
“Presso gli antichi Romani il culto mitraico cominciò a diffondersi nel I sec. a.C., importato dalle legioni che tornavano dalle campagne militari nell'Oriente. Per questo motivo, e per la durezza di alcune delle prove iniziatiche che l'adepto doveva superare, il culto era prettamente diffuso tra i militari, ed era comunque aperto ai soli uomini. Durante il III sec. il culto venne incentivato dagli stessi imperatori, che vi vedevano un ottimo strumento di propaganda con il quale si assicuravano la fedeltà e l'impegno in battaglia dei soldati. Durante questo stesso periodo, tuttavia, il mitraismo cominciava anche a fondersi con il culto del Sol Invictus, ma, soprattutto, con il nascente culto cristiano, finendo pian piano soppiantato da questo. In effetti, ciò che oggi conosciamo del mitraismo lo dobbiamo sia agli scavi archeologici, che hanno portato alla luce diversi luoghi di culto dedicati a Mitra, sia a quanto riportato dagli autori cristiani, in una visione chiaramente distorta e tendente a mostrarne tutti i lati negativi, in quanto esso costituiva un temibile concorrente da sopprimere. Tuttavia non si può fare a meno di sottolineare molte similitudini tra i due culti, retaggio comune di culti ancora più antichi, ma sempre legati alla figura solare. “
Camminando lungo il terzo livello sotterraneo della Basilica, si sente ovunque lo scroscio dell'acqua che sembra correre attraverso le pareti e sotto il pavimento. In effetti, è proprio così: una sorgente sotterranea, visibile sollevando una lastra di pietra in uno degli ambienti adiacenti al mitreo, riversa copiosamente acqua, che viene incanalata in una conduttura per unirsi alle altre acque della città, uno dei tanti canali sotterranei di Roma che conferiscono, a questo luogo in particolare, una speciale valenza tellurica. È soltanto un caso?
I misteri di Mitra venivano celebrati in templi sotterranei, costruiti ad imitazione della caverna nel quale si tramandava che il dio avesse intrappolato ed ucciso il toro, chiamati mitrei. Il tipico mitreo era una camera rettangolare sotterranea di circa 25 m x 10, con soffitto a volta, e poteva contenere fino a 30 persone. Se non era possibile celebrare in una caverna naturale, il mitreo veniva costruito in edifici chiusi, spesso destinati originariamente ad altri usi (magazzini, cantine, stalle) adattati in modo da ricreare l'ambiente di una caverna. Il mitreo poteva avere un'anticamera nella quale veniva posto il toro nell'attesa di essere immolato per il banchetto celebrativo, momento culminante di ogni cerimonia mitraica. All'ingresso erano solitamente poste le statue dei due Dadofori, cioè i portatori di fiaccole: Cautes e Cautopates, rappresentati, rispettivamente, con la fiaccola alzata o abbassata, simboleggianti l'Equinozio di Primavera (quando il giorno prevale sulla notte), e l'Equinozio d'Autunno (quando la notte si fa più lunga del giorno). Due stretti e lunghi sedili fiancheggiavano la sala ai due lati, sopra i quali i partecipanti prendevano posto. Nella parte terminale prendeva posto l'altare, che spesso era cavo per accogliere una lucerna al suo interno. L'effetto era quello di diffondere una luce tenue e soffusa adatta per la celebrazione. Sull'altare era posta una falce di luna rovesciata, mentre dietro ad esso si trovava generalmente una raffigurazione della tauroctonia, l'uccisione rituale del toro da parte del dio Mitra, in bassorilievo oppure dipinta. Alcuni mitrei presentavano al loro interno una fonte d'acqua per le abluzioni rituali e dei pozzetti per la raccolta del sangue dell'animale sacrificato.
In Italia sono presenti molti mitrei, anche ben conservati. Se ne trovano molti a Roma (famosi quello del Circo Massimo, quelli sotto le chiese di S. Prisca di S. Clemente, il mitreo Barberini e ad Ostia Antica ).
Motivo sufficiente per una altra visita alla Roma sotterranea?